Gran prima bella domenica di marzo baciata dal sole. La Polisportiva G. Masi di Casalecchio di Reno ha organizzato questa insolita camminata almeno per quello che riguarda il percorso, normalmente si partiva dalla Casa dei Popoli a San Biagio di Casalecchio per poi salire verso Monte Capra e l’Eremo di Tizzano. Quest’anno da parte dell’amministrazione comunale di Casalecchio non è stato dato il permesso per poter attraversare la Porrettana, quindi gioco forza il tutto si è spostato all’interno del parco Amici dell’Acquedotto a ridosso del centro sportivo di Via Savator Allende. In questo stesso luogo viene organizzata una camminata podistica a ridosso delle festività natalizie che arriva a Palazzo de ‘Rossi. Dal cortile del parco si attraversa la zona sportiva tra il campo da calcio e la palestra con a lato il percorso permanente per le biciclette della Ceretolese. Confesso che siamo leggermente in apprensione, nessuna indicazione in giro. Improvvisamente ci ritroviamo all’altezza del ristoro qualcosa non ha funzionato. In nostro soccorso arriva un volontario dell’organizzazione che ci riporta sul giusto tracciato, assieme a lui scopriamo che le frecce disseminate ieri lungo il percorso sono state manomesse: rubati i bulloni che le tenevano avvitate al paletto Incredibile. Utilizzando un sentiero pieno di insidie: rami sporgenti, radici, fango e zone allagate attraversiamo quella che era una ex cava di inerti della Sapaba, per poi tornare al ristoro iniziale adesso nella giusta maniera. Si riparte, occorre attraversare il fiume Reno utilizzando la passerella in ferro e cemento che scuote al minimo sussulto inquietante. Siamo sull’altra sponda andiamo a sinistra seguendo la corrente. Siamo entrati nel Parco della Chiusa o Parco Talon: sicuramente uno dei più importanti parchi cittadini di Bologna. Era uno dei possedimenti dei marchesi Serpieri Talon lo stesso Sthendal lo paragonò a Bois de Boulogne. Si estende per un territorio di 110 ettari. Costeggiando il fiume Reno arriviamo alla famosa Chiusa di Casalecchio: la più antica opera idraulica d’Europa ancora in funzione che ininterrottamente da ottocento anni governa le acque del fiume Reno. Da qui partono tutti i canali che alimentano la città di Bologna. Ha subito numerosi rifacimenti, l’ultimo quello che vediamo ora lo si deve a Jacopo Barozzi detto il Vignola. Lasciata la Chiusa puntiamo decisamente verso l’interno del parco: la strada velocemente inizia a salire, ai lati si vedono i resti di alcuni ruderi e di trincee tedesche. Occorre considerare che ci troviamo sul percorso del Sentiero degli Dei e della Strada della Lana e della Seta. Durante la bella stagione questi sentieri sono battutissimi così come i prati sono pieni di persone che amano trascorrere il loro tempo libero all’aperto. Il tracciato diventa sempre più a tornanti e in salita almeno abbiamo l’asfalto sotto alle scarpe In successione arriviamo alla Montagnola di Sotto, di Mezzo e di Sopra, siamo al culmine della salita. Sulla nostra destra parte un sentiero sterrato in discesa, dopo pochi metri ci troviamo un albero schiantato che sbarra il sentiero, non ci resta che scavalcarlo aiutandoci l’uno con l’altro non troppo agevole direi. Con un largo giro torniamo sul sentiero in basso a ridosso del fiume però in senso opposto, la passerella poi gli ultimi chilometri utilizzando la strada della Sapaba che ci riporta al parco dell’acquedotto da dove eravamo partiti. L’ambiente dove abbiamo camminato è sicuramente accattivante a mio modesto parere c’è un problema di sicurezza che non bisogna mai sottovalutare, troppi i punti pericolosi si rischia di farsi male poi credo che anche per i soccorsi sia dura arrivare: ripeto mia opinione personale.