Domenica grigia ma non fredda, da casa si parte piuttosto presto oggi ci aspetta la “Terribile” trasferta a Pianoro (BO) in occasione della “47^ La Galaverna” sicuramente uno delle camminate ludico motorie bolognesi più importanti di tutto l’anno podistico. Dura ma affascinante poi se si pensa a come viene gestita è praticamente impossibile non prendervi parte. Attraversiamo Bologna in modo molto comodo infatti la città dorme ancora anche se vediamo alcuni podisti correre sulla Tangenziale delle Biciclette all’interno dei viali di circonvallazione considerate che era ancora buio!!! Infilata Via Toscana le uniche auto incolonnate sono quelle dei podisti che salgono verso Pianoro (BO)(Pianor in dialetto Bolognese). Questo comune che sorge a 200 m. s. l. m. conta 17.545 abitanti è anche la sede dell’Unione dei Comuni Valli Savena e Idice è considerato un po’ un’isola felice, nel 2009 la rivista Panorama lo ha posizionato al 14^ posto nella speciale classifica dei “Borghi Più Belli D’Italia”. Il suo territorio spazia tra le vallate del Torrente Savena e del Torrente Idice cresciuto lungo la Strada Statale della Futa che collega Bologna con Firenze, poi c’è la presenza di due importantissimi Parchi quello “Dei Gessi Bolognesi e Dei Calanchi della Abbadessa” e del “Contrafforte Pliocenico” con incredibili scorci panoramici che svariano tra i Calanchi e i Costoni D’Arenaria. Nell’arco della storia si sono alternati Etruschi, Celti e Romani, nel 1377 venne raso al suolo il Castello di Pianoro ad opera dei Bolognesi. Pianoro durante la “2^ Guerra Mondiale” Pianoro ha dovuto subire pesanti bombardamenti a causa della “Linea Gotica” a prezzo di grosse distruzioni e perdite di vite umane. Il paese venne ricostruito negl’anni 50 a circa tre chilometri di distanza dall’antico comune, ha una economia molto vivace e variegata, esistono importanti aziende meccaniche (Marchesini Group – MG2 – La Fortezza) chimiche (Sherwin William) e del caffè (Almetti e Segafredo). La Galaverna è dedicata ad Alice Gruppioni che per il locale Gruppo Podistico AVIS Proloco Pianoro che gestisce l’evento a distanza di tempo è ancora una di loro anzi anno dopo anno l’evento prende quota credo che oggi si siano sfiorati i 5000 pettorali!!! Tutto il paese è coinvolto per una mattina Pianoro si ferma e tutti si mettono a disposizione oppure partecipano alla camminata. Appena entrati a Pianoro l’organizzazione attende i podisti al varco indicando la zona dei parcheggi infatti lasciamo l’auto a qualche centinaio di metri dal ritrovo: L’Arcipelago una validissima struttura che consente di ospitare al meglio tutta la logistica dell’evento. Arrivati alla tenda del Monte San Pietro ritiriamo il classico pettorale a pettorina tipo Moschettiere con su stampato il numero e l’applicazione per poter scaricare le foto della corsa poi veloci in fila per ritirare la maglia commemorativa. Partiamo subito in salita verso la parte alta del paese sopra al centro sportivo, il nastro d’asfalto sale a tornanti percorrendo a ritroso il tracciato della camminata che qui ha luogo la prima domenica di luglio. Arriva il primo ristoro con la prima deviazione il percorso “Lungo” da km 20 gira a sinistra fiancheggiando il “Podere Ariosto” una immensa tenuta agricola che ci accompagnerà per alcuni chilometri. Improvvisamente la strada asfaltata termina in una corte di un’azienda agricola, adesso si viaggia in discesa per finire sul fondo di un impervio canalone ora ce la dobbiamo vedere con la “Fangazza” bisogna prestare molta attenzione a non cadere, si ricomincia a salire fino al punto dove incontreremo il secondo ristoro molto ben accetto intanto arrivano le staffette in moto da cross che sorvegliano questa tratto di percorso molto insidioso. Siamo di nuovo sull’asfalto, torniamo a congiungerci con gl’altri percorsi è una vera e propria bellezza siamo veramente in tanti donne, bambini, cani al guinzaglio incredibile. Adesso ci aspetta una terribile discesa che velocemente ci porterà a Pianoro Vecchia, prima del ponte pedonale sul Savena ci attende il terzo ristoro preso d’assalto all’arma bianca a stento riesco a bere un mezzo bicchiere di succo di frutta e ad impossessarmi di una barretta di cioccolato Kinder. Non per essere pignoli però un altro gazebo dall’altro lato non sarebbe stato inopportuno!!! Superato il ponte dopo un attimo di riflessione decidiamo di attraversare la Statale per continuare sul percorso da km 20. Si sale in modo deciso percorrendo una serie di tornanti che ci porteranno alla località di Guzzano intanto dal cielo cade qualcosa che assomiglia alla neve ma durerà per poco. Adesso si corre su di una sorta di crinale peccato il brutto tempo altrimenti il panorama sarebbe stato da cartolina illustrata, davanti alla chiesa troviamo il quarto ristoro, breve pausa poi via adesso ci aspetta una discesa spacca gambe che ci porterà sulla Statale, ne percorreremo un breve tratto infatti dopo una leggera svolta a sinistra ci attende un fangosissimo sentiero posto a mezz’altezza una vera mazzata stringiamo i denti e avanti fino a scendere per l’ennesima volta sulla Statale. Siamo sul ponte che ci porta nella zona industriale di Pian di Macina costeggiamo il Torrente Savena si nota un allevamento di Anfibi, davanti allo stabilimento MG2 incontriamo il quinto ristoro ottima la raviola con la mostarda una vera e propria botta di energia che ci permette di affrontare il durissimo per fortuna corto strappo che ci consentirà di superare la linea ferroviaria. Le gambe sono pesanti, i chilometri ed il fango si sentono davvero però non si deve mollare proprio adesso manca veramente poco al termine, passato il ponte in legno fiancheggiamo il bellissimo laghetto con tanto di anatre sono talmente abituate all’uomo che non si spostano nemmeno. Ancora qualche metro e appare l’arco gonfiabile giallo che segnala la fine della nostra prova. Chiudiamo stanchi ma contenti il formidabile ristoro finale è in piena azione sui tavoli viene offerto di tutto compreso un piatto di pasta, ci accontentiamo di bere, ritiro dell’ulteriore premio di partecipazione poi veloci alla tenda, siamo veramente gl’ultimi del gruppo ma il Buon Franco ci ha gentilmente aspettato Grazie Mille. Cambio veloce smontaggio della tenda poi si rientra ma ci aspetterà una lunga coda almeno fino a Bologna, ma fidatevi ne è valsa ugualmente la pena, arrivederci alla prossima camminata.

Renzo Barbieri