Sabato pomeriggio di metà Marzo veramente caldo ma per chi corre è veramente gradevole. Camminata ludico motoria molto vicina a casa, per arrivare a Trebbo di Reno percorriamo la strada che scorre proprio alla base dell’argine maestro del Fiume Reno attraversando proprio le zone interessate dalla pesantissima esondazione che nel mese di febbraio scorso ha sconvolto questi territori. Confesso che transitare nel punto dove l’argine del Reno è stato spazzato via dalla furia delle acque è veramente impressionante!!! In quel punto la strada è in ghiaiato. Trebbo di Reno (BO) è una frazione del Comune di Castelmaggiore, conta 3500 abitanti, è attraversato dal Fiume Reno croce e delizia per questi luoghi, il nome deriva da alcuni sostantivi latini che indicano l’incrocio di tre strade, prima si è chiamato Triblum poi Tribium e Tribbium infine Trebbo. Si trovava esattamente in un punto nevralgico di passaggio sulla strada che da Ravenna conduceva a Modena era composto da alcune casupole di persone che vivevano costantemente a contatto con il fiume setacciando e movimentando la ghiaia e la sabbia del Reno che servivano per costruire le strade di tutta la Provincia di Bologna. La Camminata era inserita nel programma della locale Sagra della Raviola: un tipico dolce della cucina bolognese composto da una pasta frolla ripiena della famosa Mostarda Bolognese che veniva preparata per la ricorrenza di San Giuseppe erano conosciute anche come le Raviole di San Giuseppe. La Mostarda viene chiamata anche Marmellata Nera per via del colore scuro, normalmente è composta da pere, mele cotogne e arance. E’ il frutto di alcune lunghe giornate di lavoro con un fuoco molto basso fino ad arrivare ad un prodotto denso e corposo. Nelle zone di campagna fino a non poco tempo addietro era usanza appendere le raviole alle siepi per modo che i viandanti potessero mangiarle, si festeggiava così la fine dell’inverno quindi si poteva tornare a lavorare nei campi. I capigruppo come di consueto sono stati collocati nei pressi del piccolo centro commerciale nel bel mezzo del paese, per essere di sabato pomeriggio siamo in molti ho visto persone sul percorso che normalmente non partecipano alle camminate del calendario insistere per dieci anni alla fine è servito. Segnalo la presenza delle magliette arancioni con il Drago in Scarpette da Running della Sangiorgese Running. Partiamo dall’arco gonfiabile all’ingresso del parcheggio, attraversiamo un rione di abitazioni per poi arrivare nella zona sportiva, qualche tentennamento per individuare il percorso giusto poi ci incanaliamo per arrivare sulla strada che scorre a fianco del Fiume Reno, ma ci rimarremo per poco dopo un centinaio di metri saliamo sull’argine maestro per poi scendere nell’alveo del fiume. Prima abbiamo notato una vecchia barca sotto ad una tettoia è una di quelle che formava un ponte di barche andato distrutto in una delle tante piene del fiume, nel 1997 alcuni Soci del Club del Venerdì l’hanno restaurata mettendola a disposizione per uso didattico. Pensate prima del ponte di barche esisteva un traghettatore la cui barca era di proprietà della Chiesa che serviva per collegare la Chiesa di Longara esattamente dall’altra parte del fiume con la Chiesa del Trebbo. Il percorso adesso si presenta piuttosto accidentato intorno si notano i resti della recente piena ramaglie, cumuli di fango secco, marcati nel terreno si notano i segni delle ruote delle bici e dei ferri dei cavalli. Rimaniamo alcuni chilometri all’interno dell’alveo affrontando una serie di curve e contro curve con repentine salite e discese, poi quando in linea d’aria giungiamo in linea con la Chiesa del Trebbo saliamo nuovamente sull’argine per passare a fianco della Chiesa. Qui il percorso Alternativo gira a destra mentre il Lungo a sinistra. Dopo un largo giro torniamo sull’argine ma ci rimarremo per poco infatti ripercorriamo a ritroso una parte del percorso per tornare nuovamente in zona Chiesa la quale è dedicata a San Giovanni Battista la prima costruzione risale al 1300 molto probabilmente attiguo esisteva un Ospitale per accogliere i pellegrini che da Ravenna viaggiavano verso Modena. La Facciata risale al 1790 ad opera del Capomastro Sebastiano Brighenti in pratica è costruita in mattoni ed intonaco marcata da cornici e lesene, la parte centrale dove spicca il grande portone in legno è leggermente avanzata rispetto alle due ali laterali dove ci sono due nicchie con i Santi Pietro e Paolo. All’interno ci sono alcuni affreschi e dipinti importanti degno di nota il grande organo della Ditta Veratti e Codevilla. Mancano poche centinaia di metri per concludere questa prova, ci aspetta il gradito ristoro vista la sete poi il premio di partecipazione: un sacchettino contenete tre ottime raviole, però alla tenda del Monte San Pietro ne avevamo un vassoio gigante ugualmente buone anzi!!!

Renzo Barbieri