Mattina leggermente nuvolosa ma non fredda. La meta di oggi è Minerbio (BO), comune che è parte dell’Unione delle Terre di Pianura della Città Metropolitana, dove prenderemo parte alla 12^ Cinque Fossi una camminata ludico motoria organizzata dal Gruppo Podistico “Isssian”. Nel programma odierno è inserita anche la prova competitiva nazionale approvata dalla FIDAL “Cinque Fossi Sherwin Williamas” sulla distanza di Km 10. Ci troviamo nella pianura nord est di Bologna esattamente tra il Canale Navile e il Torrente Idice, quindi enormi distese di terra coltivata. Il nome Minerbio deriva molto probabilmente dalla Dea Minerva. Rimangono alcune tracce del borgo medievale cresciuto attorno alla Rocca degli Isolani al cui interno sono presenti gli affreschi di Amico Aspertini. Degli di nota il cosiddetto Palazzo Nuovo opera cinquecentesca di Bartolomeo Triarchini nel cui cortile sorge la Torre Colombaia opera di Jacopo Barozzi detto Il Vignola. Il ritrovo è come al solito in Via Roma all’altezza del Parco 2 Agosto, in pieno centro che per l’occasione viene chiuso per un tratto al traffico veicolare, addirittura è presente il mercato ambulante. Prima di uscire dal centro alla nostra destra sorge la Chiesa dedicata a San Giovanni Battista che è tra le più belle dei dintorni risale al XVIII secolo opera dell’architetto Carlo Francesco Dotti. Infiliamo la ciclopedonale a lato di Via Savena Inferiore che porta verso Baricella ma non ci arriveremo, infatti appena arrivati nella località denominata Tintoria svoltiamo a destra in Via Mora per poi dopo pochi metri svoltare ancora a destra in Via Stradellazzo: nome molto appropriato infatti dobbiamo affrontare una strada in ghiaiato piena di buche e di dislivelli, nell’ultima parte all’altezza del maneggio nell’aria circolava un certo olezzo sicuramente non di viole. Finalmente si svolta a sinistra in Via Palio, si tratta del punto di confluenza dove sbuca uno dei percorsi alternativi al lungo. Via Palio ci conduce direttamente all’ingresso sul retro del parco del Castello di San Martino di Soverzano, il parco ospita alcune bellissime sculture, dove aver superato la salita della ghiacciaia ecco che appare questa bellissima dimora che si presenta in ottimo stato di conservazione. Sì tratta di un edificio molto scenografico costruito nel 1411 dal cavaliere bolognese Bartolomeo Manzoli che venne poi rimaneggiato nell’ottocento in stile neogotico da Alfonso Rubbiani. Proprio davanti all’ingresso principale è stato collocato il ristoro intermedio ottimo the caldo con qualche biscotto a disposizione con tanto di postazione musicale con un disc jockey che mandava musica disco anni 70/80 bellissimo. Questo luogo raramente viene aperto al pubblico la Cinque Fossi è una di queste occasioni. Usciamo dal ponte levatoio si va a destra in Via San Donato la strada che porta a Budrio. Qui occorre molta attenzione le auto vanno molto veloci, la locale protezione civile è comunque presente. Da Via San Donato andiamo a destra in Via Pedagna, alla nostra destra spicca di netto la Chiesa di San Giovanni in Triaro: si tratta di una antica pieve che risale all’XI secolo in cui viene conservata un’antichissima vasca battesimale attribuita a Daniele da Volterra, onestamente vista da fuori non mi è sembrata in buone condizioni anzi. Via Pedagna conduce ad una stretta passerella in cemento che scavalca un grosso canale non ne sono certo ma dovrebbe essere la Zena. Qui i miei ricordi passati arrivano veloci in una delle prime edizioni di questa camminata dove c’era anche un percorso da km 14, iniziò a cadere una sorta di pioggia gelata accompagnata da terribili folate di vento gelido, sembravano delle spine che ti si piantavano addosso indimenticabile. Scendiamo dall’argine in Via Zena, alla nostra sinistra impossibile non notare l’immensa Centrale di Stoccaggio Gas Stogit Minerbio; si tratta di un enorme serbatoio sotterraneo di gas metano che ha modificato nettamente l’ambiente circostante, un enorme distesa di tubi e condutture. Mancano circa tre/ quattro chilometri al termine, Via Zena ci riporta in Via Savena Superiore il rettilineo che ci riporta in centro a Minerbio, mentre arriviamo stanno smontando l’arco gonfiabile che segnalava il traguardo. Una leggera fila per ritirare il premio di partecipazione: una confezione di patate corredata da un sacchetto di bustine di zucchero di canna, sono tipici prodotti locali a chilometro zero, a Minerbio è ancora presente un importantissimo zuccherificio uno dei pochi rimasti aperti.
Renzo Barbieri