Parte un altro anno podistico, quella di oggi è la prima corsa, visto l’annullamento
della Camminata a Monteveglio (BO) un vero peccato, non ci rimane che partecipare
a questa “44^ Camminata del Lambrusco” a Bomporto (MO) inserita nel contesto
della famosa Fiera di San Martino, ad organizzarla è la società sportiva Basser
Volley. La storia di Bomporto è fortemente legata alle vicissitudini dei vari corsi
d’acqua da cui è attraversato vedi i Fiumi Panaro e Secchia ed il canale Naviglio, il
suo stesso toponimo sta a significare “Buon Porto” (in dialetto Modenese si
pronuncia Bomport) i documenti più antichi in cui si parla di queste zone risalgono al
1408 dove i Pio cedettero dei terreni agli Estensi. Le maggiori opere idrauliche
presenti sul Naviglio che attraversa tutto il centro storico risalgono al 1432
fortemente volute da Francesco II Este. I principali edifici storici sorgono su Piazza
Roma: la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Nicola da Bari protettore di tutti i
naviganti è instile Patrizio Romanico, al suo interno è conservata una Crocifissione
con la Beata Vergine e San Giovanni attribuita al Begarelli del 1550, il Palazzo
Comunale ha la propria Sala del Consiglio con affreschi che risalgono anche loro
1550. Bomporto nel corso del tempo divenne importantissimo a causa dei grossi
scambi commerciali fluviali in pratica collegava Modena con Venezia ed il Mare
Adriatico poi con l’avvento del trasporto moderno lentamente i traffici sono cessati
ora esiste una fiorente attività agricola e industriale, sono presenti sul territorio
numerose cantine dove viene prodotto il famoso Lambrusco di Sorbara. Poco prima
della partenza la Teida ci scatta una bellissima foto di gruppo proprio davanti alla
tenda andatevela a vedere su Modenacorre ve lo consiglio. Si parte dalla zona
sportiva in direzione del Canale Naviglio, assieme alla Teida ci soffermiamo a vedere
la Darsena o Sostegno costruita nel XVIII secolo dall’Ingegnere Giovanni Francesco
Zannini su commissione di Francesco II Este il particolare più interessante sono le
Porte Vinciane si tratta di un principio idraulico congeniato nientemeno che da
Leonardo Da Vinci che permette di superare i vari dislivelli. Passiamo attraverso il
centro storico, sarà il punto più pericoloso di tutto il percorso, poi attraversiamo il
Panaro utilizzando la nuova pista ciclopedonale di cui è dotato il nuovo ponte
costruito in sostituzione del vecchio ponte in muratura poi demolito. Siamo
sull’argine destro del fiume, parte un sentiero in buone condizioni che scorre in quota
sull’argine maestro è abbastanza alto ci permette di spaziare a 360 gradi su tutta la
campagna circostante. È la prima in assoluto su questa sponda del Panaro, il fiume
compie larghe anse che servono per rallentare la velocità della corrente, si notano
numerosi fabbricati rurali alcuni in non buone condizioni non dimentichiamoci che
qui il sisma del Maggio 2012 ha picchiato pesante. Ci arrivano alcune forti grida ma
non sono altro che le urla di un grosso allevamento di suini proprio a ridosso
dell’argine, il quale sembra non finire mai, poi dopo l’ennesima ansa ecco apparire la
sagoma del ponte di ferro di Solara, si tratta di un recupero di un ponte americano
della seconda guerra mondiale. Prima di attraversarlo ci aspetta il ristoro,
complimenti il the era ottimo e caldo!!! Attraversato il ponte, ci troviamo nella
frazione di Solara, piena di ville storiche come la Villa delle Sorelle Luppi che per
anni ha ospitato le scuole elementari dotata di un bel giardino. Appena iniziato
l’argine di sinistra del Panaro si vede “La Lanterna di Diogene” si tratta di un
ristorante gestito da persone disabili, sono veramente bravi!!! Sulla nostra destra
disseminate nella campagna sottostante sorgono alcune bellissime dimore storiche ce
ne sono veramente tante ma non posso non citare Villa Cavazza Corte della Quadra è
stata colpita dal sisma ma ora si presenta in ottime condizioni viene utilizzata per
importanti eventi come cerimonie mostre ed esposizioni floreali, se riuscite andatela a
vedere è un consiglio spassionato. Poco dopo Villa Cavazza troviamo il secondo
ristoro, ci voleva, poi si riparte ancora un paio di chilometri di argine, all’altezza delle
prime case di Bomporto una ripida rampa ci porta su di una rotonda da dove veniamo
indirizzati su di una pista ciclopedonale lunga poco più di un chilometro che ci
condurrà all’Arrivo nel parcheggio del centro sportivo. Sosta al ristoro finale il the è
ancora bollente, valido il premio di partecipazione calze tecniche e aceto balsamico.
Qualcuno mi ha raccontato che questa camminata podistica è stata un po’ monotona
per il fatto che praticamente abbiamo percorso solo dell’argine. Sicuramente è vero
però c’è stato il vantaggio di correre nel verde senza un’auto in circolazione non mi
sembra poco, poi giustamente tutti i gusti sono gusti. Forza che domenica ci aspetta
“La Vallazza” a Molinella (BO) speriamo che Giove Pluvio abbia pietà di noi!!!

Renzo Barbieri

foto su modenacorre.it => https://www.reggiocorre.it/foto_video.aspx?ida=5247&n=44-camminata-del-lambrusco