Cronaca di una mattina abbastanza problematica, dopo il pesante caldo dei giorni passati le previsioni meteo davano pioggia con brutto tempo. Immancabilmente sono state azzeccate mentre salivamo verso Zocca (MO) sembrava fosse arrivato il mese di novembre quasi come quando qui si svolge la “Festa della Castagna”. Zocca in dialetto conosciuta come “La Zoca” dal nome dei ceppi di castagno si trova a 759 metri sul livello del mare conta 5000 abitanti famosa in tutto il mondo per aver dato i natali al Rocker Vasco Rossi, la sua data di fondazione risale 1455 per volere del Duca e Marchese Borso D’este che volle creare un centro di scambi commerciali, in origine era una frazione del Comune di Moltalbano soppresso nel 1797, solo nel 1859 divenne Capoluogo. Si trova esattamente a cavallo della cresta della valle che divide quella del fiume Panaro da quella dei fiumi Reno e Samoggia. Dicono che da questi parti si respiri “Aria Fina” quindi d’estate è meta di turisti e villeggianti in fuga dal caldo torrido della città, è dotato di ottimi negozi ed impianti sportivi. Arriviamo a Zocca di buon’ora mentre sta cadendo una leggera pioggia che non ci abbandonerà per tutta la corsa, innanzitutto vorrei ringraziare i coniugi Anderlini che all’ultimo minuto hanno sostituito come capigruppo Franco. Si parte davanti all’edificio comunale subito in discesa, la direzione è quella che porta verso la Frazione di Rosola ma non ci arriveremo, sulla nostra destra spicca il Santuario della Verrucchia ammantato dalle nuvole basse, poco lontano la casa del “Comandante”. Il percorso inizia a salire, attraversiamo un piccolo borgo di case in sasso, poi svolta a destra, inizia un sentiero in leggera discesa dove occorre prestare molta attenzione le piogge di ieri hanno prodotto fango ed il sottobosco è molto scivoloso, dobbiamo affrontare una prima difficoltà c’è un rio da guadare, l’acqua scorre veloce i sassi sono viscidi, con un po’ di cautela si riesce a passare. Continuiamo ancora su sentiero fino al primo ristoro dove incontreremo la deviazione del percorso “Medio” dal “Lungo” sosta ristoratrice l’acqua è freschissima uscita direttamente da una fontana. La strada in asfalto ci porta al bellissimo borgo di Moltalbano conosciuto come il paese “Della Terra Pendente” forse perché le antiche case in sasso si arrampicano quasi in modo verticale sul lato Sud del Monte Della Riva. Si distingue ancora bene l’Antico Fortilizio con il saliscendi dei vicoli, la Chiesa del 700 dedicata a Santa Maria Assunta con la canonica ed il campanile del 600. Intorno si può godere di un ottimo panorama, dal lato Nord folti boschi di castagno risalgono la Riva mentre dal lato Sud si vede il Rio Missano e le sagome del Crinale dell’Appennino Tosco Emiliano. Attraversiamo la prima parte del borgo poi parte un ripido sentiero che porte alle ultime case, per arrivare al secondo ristoro ci aspetta un tratto con addirittura uno corrimano in ferro. Finalmente il ristoro, adesso dobbiamo intraprendere il sentiero che porta in cima al Monte della Riva, risulterà essere la parte maggiormente impegnativa di tutto il tracciato, la pioggia ha reso viscidissimi i sassi poi si è formata una fanghiglia terribile sembra di camminare sul sapone veramente pericoloso ho visto cadute da cinema, gente che ha letteralmente tolto le persone dal fango, qui a mio parere finisce il divertimento ed ha inizio il pericolo, forse qualche precauzione in più a livello organizzativo non avrebbe fatto male, probabilmente qualche spezzone di corda non avrebbe fatto male. In qualche modo arrivo in cima al Monte della Riva, approfitto della fontana per darmi una ripulita anch’io come tanti sono rimasto coinvolto in una scivolata sul fango. Adesso inizia la discesa con ancor maggior pericolosità alcune curve paraboliche in discesa si sono trasformate in piste da motocross ho visto il “Primo” dei Competitivi effettuare una caduta di parecchi metri scivolando in mezzo al fango spero senza grosse conseguenze. Viaggiando sempre molto in tensione sbuchiamo finalmente sull’asfalto all’altezza del cimitero, manca poco al termine dopo un tratto in discesa ci aspetta l’ultima decisa salita che ci porta all’Arrivo. Corsa che in condizioni normali sarebbe stata impegnativa ma piacevole ma nelle condizioni odierne è diventato estremamente pericolosa credo che questa edizione ce la ricorderemo sicuramente.

Renzo Barbieri