Credo che oggi sia stata la prima vera domenica d’inverno, leggera brina e qualche grado sotto allo zero. Arrivare a Villa Bernaroli da casa è abbastanza veloce infatti si trova tra l’abitato di Borgo Panigale e la zona artigianale di Zola Predosa, incastrata verso la tangenziale. Partiamo da casa avvolti da una leggera nebbia fredda e umida, poi quasi improvvisamente all’altezza della località di San Giacomo del Martignone la bruma sparisce ma non sarà pieno sole una leggera coltre di nuvole ci accompagnerà per tutta la mattinata. Villa Bernaroli è stata costruita esattamene in questo punto per il bellissimo scorcio verso le prime colline bolognesi alle cui spalle nei giorni tersi appaiono le cime più alte degli Appennini. I primi documenti che attestano la presenza della villa sono del 1740 su volere della famiglia Serpieri, assieme ad una vasta tenuta agricola. Divenne poi proprietà della famiglia Scappi imparentata con i Serpieri, nel 1862 la tenuta venne smembrata, la villa venne acquisita da Giuseppe Antonio Barillari per poi essere rivenduta nel 1880 a Francesco Bernaroli, nel 1973 è stata acquistata dal Comune di Bologna per essere utilizzata come centro anziani, qui si svolgono numerose attività quella che salta di più all’occhio sono gli orti perfettamente tenuti. La villa non è enorme ma molto elegante la facciata è composta da un timpano che appoggia su due piramidi laterali inoltre ha un ornamento in ferro battuto che rappresenta un volo di rondini che termina con una bandieruola. L’interno è affrescato con scene mitologiche, bello lo scalone, particolari le cantine che conservano enormi manufatti in muratura per conservare le derrate alimentari. Nei pressi della villa sorgono la Casa del Fattore con un portico a tre arcate molto snello e l’oratorio dedicato al Sacro Cuore voluto dalla Signora Beatrice Bernaroli, al suo interno era conservata la pala d’altare opera di Gaetano Gandolfi. Si parte dal cancello a fianco dell’oratorio su Via Morrazzo, dopo pochi metri sosta davanti al cippo che ricorda Massimiliano Valenti un ragazzo di soli 21 anni ucciso dalla Banda della Uno Bianca il 24 Febbraio 1993 aveva visto il cambio di auto dopo che la Banda aveva rapinato una banca, in pratica è stato sequestrato e poi assassinato a sangue freddo e gettato nel fossato. A pensarci vengono ancora i brividi e lo sdegno è infinito!!! Dopo il cippo entriamo nel sentiero che scorre a lato delle Oasi delle Cave Ex-Sapaba ma ci rimarremo per poco, superiamo la deviazione del percorso “Alternativo” puntando verso la Tangenziale. Veniamo fotografati dalla sempre gentilissima Teida che oggi assieme al figlio Gabriele è voluta venire nel bolognese non conosceva questi luoghi tra l’altro ci ha scattato una bellissima foto di gruppo Grazie Mille!!! Sulla sinistra appare la bellissima Villa Ranuzzi: si tratta di una dimora patrizia voluta dal Conte Gaetano Ranuzzi nel 1787, cadde in un pesante degrado fino a quando venne acquistata nel 1776 da Raffaele Gnudi per poi passare al Conte Giuseppe Pallavicini nel 1803 che ne decise il restauro. Le sale interne hanno pitture e affreschi dei Pedrini e dei Gandolfi, ora viene usata come casa di riposo per anziani. Ci infiliamo in uno buio tunnel che passa sotto alla tangenziale e l’autostrada per poi utilizzare un altro sottopasso questa volta della ferrovia che ci permette di accedere alla pista ciclopedonale che porta a Casteldebole. Dopo un bel rettilineo arriviamo al cavalcavia che supera la ferrovia e poi quello della autostrada e tangenziale, siamo in Via Olmetola, improvvisamente sulla nostra destra vediamo correre una elegantissima coppia di caprioli, pensate siamo a ridosso della prima periferia di Bologna!!! Sono bellissimi fantastico vederli correre!!! Ormai è sopraggiunto il sesto chilometro, ci attende il ristoro intermedio con un the bollente ottimo vista la temperatura, è il momento di salutare alcuni amici e scambiare gli Auguri di Buon Anno, Maria Grazie Mille per le foto!!! Via Olmetola termina su Via Rigosa la strada principale che collega la Via Emilia con Zola Predosa, è il tratto più pericoloso del percorso ma fortunatamente è corto, in breve dopo una svolta a destra siamo nuovamente in Via Morrazzo, sono gli ultimi chilometri il fondo è dissestato occorre prestare attenzione, l’arrivo è presso lo stesso cancello da dove eravamo partiti. Anche al ristoro finale il the è bollente molto bene!!! Ma è alla tenda del Monte San Pietro che si festeggia in modo adeguato con lo scambio di Auguri per il Nuovo Anno. Fidatevi è un aspetto che ci invidiano in molti ho visto podisti fare visi stupiti!!! Auguri a tutti di un Felice Anno Nuovo!!!

Renzo Barbieri

altre foto su modenacorre.it